musa ovina
Circolano pochissimi dettagli sulla storia della musa ovina, pecora mitologica abruzzese dal vello finemente decorato.
Tra tutte le stranezze, c’è la quasi totale assenza di riferimenti nell’enorme ed infinito pentolone ribollente, che è la rete internet, e questo aspetto sarebbe sufficiente a trasformare una fantasiosa diceria in caso di studio…
Occorre pertanto uscire di casa ed interrogare qualche anziano abitante di un paesetto montano o scavare tra le pagine ammuffite di un rigattiere per rintracciare qualche briciola che la descriva.
Solo in questo modo ci si potrà imbattere nelle uniche due “impronte” che oggi testimoniano la sua esistenza: una foto d’epoca e la voce nell’indice di un libro introvabile.

L’unica foto della musa ovina
Si tratta dello straordinario documento fotografico, da alcuni ritenuto attendibile, che ritrae lo strano animale al pascolo sull’Altopiano del Voltigno nella seconda metà dell’800.
Lo scatto sarebbe stato effettuato da un fotografo olandese che all’epoca percorreva l’Italia diretto al sud. A titolo di piccola curiosità, il suo reportage fotografico, avrebbe spinto il suo più celebre connazionale, Maurits Cornelis Escher, al viaggio in Abruzzo del 1929, documentato dalla celebre litografia di Castrovalva.

L’unica citazione letteraria sulla musa ovina
Una voce fino ad oggi non ancora confermata parla dell’esistenza di una edizione francese del Manuale di Zoologia Fantastica di J.L. BORGES, pubblicata nel 1968, in cui tra gli animali fantastici compare proprio lei, la musa ovina.
Il riferimento sarebbe stato misteriosamente omesso nell’edizione definitiva del 1969.

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